L’imballaggio è uno strumento multifunzionale di grande importanza nella catena di fornitura, in quanto impatta su diversi aspetti: da quelli normativi e gestionali fino alla sostenibilità ambientale e alla promozione/vendita dei prodotti. Andiamo a esaminare ruoli e funzioni primarie di questa componente, analizzando le novità che stanno plasmando il futuro del settore.
Negli ultimi anni gli imballaggi rivestono un ruolo sempre più centrale nelle dinamiche di produzione, distribuzione e vendita dei prodotti idrotermosanitari lungo l’intera supply chain management. Con il passare del tempo, infatti, gli imballi sono diventati strumenti multifunzionali che alla protezione e contenimento delle merci lungo l’intera catena logistica integrano aspetti di marketing, sostenibilità e logistica green con l’impiego di nuovi materiali e tecnologie.
Un processo di evoluzione che riflette la crescente attenzione all’ambiente che caratterizza l’epoca attuale, con il costante incremento nell’utilizzo di materiali riciclati per la realizzazione degli imballi e l’adozione di un approccio sistemico nella loro progettazione, realizzazione, utilizzo ed eventuale riciclo e reimpiego successivo.
Ruoli e funzioni dell’imballaggio nella catena logistica
La legge italiana, secondo quanto indicato dall’art. 218 del Codice dell’ambiente nel D.L. n. 152 del 3 aprile 2006, definisce l’imballaggio come “il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo”.
Lo stesso decreto legislativo classifica gli imballaggi in tre differenti tipologie:
- imballaggio primario, concepito per essere l’unità di vendita al cliente finale;
- imballaggio secondario, concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale all’utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto vendita. Si tratta di un imballo che può essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche;
- imballaggio terziario (esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei), progettato per facilitare il trasporto e lo stoccaggio della merce sulle lunghe distanze e per essere riutilizzato. Viene concepito per facilitare la manipolazione e il trasporto di un certo numero di unità di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare i danni connessi al trasporto.
I ruoli di base degli imballaggi
Gli imballaggi racchiudono in sé una molteplicità di funzioni, come per esempio quella di proteggere il prodotto dagli agenti atmosferici (pioggia, temperatura, umidità, irraggiamento) e quella di movimentazione durante l’intera catena del trasporto (dal magazzino di partenza fino al destinatario finale), riducendo il rischio di possibili danneggiamenti che potrebbero compromettere la qualità e la presentazione delle merci.
In un’ottica logistica, tutte queste funzioni permettono un’ottimizzazione di spazi, tempi e costi, rendendo più semplici ed efficaci la saturazione della capacità di carico dei mezzi di trasporto e lo stoccaggio a magazzino. Anche le attività di carico, scarico e movimentazione vengono facilitate da imballaggi pensati per essere lavorati con determinati macchinari o dotati di caratteristiche come maniglie, inserti e buchi, che permettono di ridurre i tempi di lavoro.
Un altro ruolo fondamentale degli imballaggi è l’impatto comunicativo che rivestono nell’ambito di una corretta presentazione dei prodotti. I produttori si servono infatti degli imballaggi come veicoli di informazioni essenziali per il consumatore, con riferimento alle etichette d’origine dei prodotti, alle modalità di utilizzo e procedure per una corretta movimentazione, allo stoccaggio e distribuzione.
Gli imballi rappresentano inoltre un importante strumento di marketing, attraverso cui le aziende possono trasmettere il valore del brand e la qualità dei propri prodotti, trasformando questa componente in una straordinaria arma di differenziazione rispetto alla concorrenza. Il design degli imballaggi, infatti, rappresenta un elemento fondamentale per la scelta d’acquisto dei consumatori.
Negli ultimi anni, la crescente consapevolezza delle problematiche ambientali da parte dei consumatori, con le conseguenti scelte, ha portato gli imballaggi al centro dei dibattiti sulla sostenibilità ambientale, in quanto la produzione e lo smaltimento delle confezioni rappresentano una significativa fonte d’inquinamento e di consumo di risorse.
Di fronte a queste sfide, l’industria del settore è stata chiamata a innovarsi, sviluppando soluzioni che minimizzino l’impatto ambientale, migliorino l’efficienza complessiva del processo logistico distributivo e al contempo non compromettano le funzionalità di base. Questo ha portato alla diffusione di materiali biodegradabili, riciclabili e compostabili, nonché all’adozione di pratiche di economia circolare che mirano a ridurre, riutilizzare e riciclare gli imballaggi.
Centralità e strategicità dell’imballaggio primario
L’imballaggio primario è quello che arriva al cliente finale: si trova a contatto diretto con il prodotto e di conseguenza deve garantire e mantenere le caratteristiche necessarie perché le merci possano essere vendute, svolgendo le seguenti funzioni:
- proteggere e conservare le merci; l’imballaggio rappresenta l’ultima linea di difesa dei prodotti, perciò dev’essere in grado di conservare il contenuto nel tempo e preservarne l’integrità;
- informare; l’imballaggio deve comunicare al cliente finale diverse informazioni sul contenuto, come composizione del prodotto, quantitativo, metodo d’uso, data di scadenza e modalità di conservazione;
- promuovere; l’imballaggio primario è nella grande maggioranza dei casi tutto ciò con cui il cliente finale entra in contatto, per cui deve sapersi presentare, differenziandosi dalla concorrenza e attraendo il più possibile la clientela.
Oltre alle funzioni di conservazione e protezione dei prodotti, l’imballaggio primario rappresenta un potente mezzo promozionale per il brand. Si tratta di una funzione più conosciuta con il concetto di packaging design, che fa riferimento alla progettazione e realizzazione di imballaggi in grado di trasmettere emozioni e valori. Numerose esperienze aziendali hanno dimostrato che con un corretto packaging design si possono incrementare le vendite, fidelizzare i clienti e far rinascere un brand.
Il primo importante compito che l’imballaggio primario deve svolgere è quello di riuscire a creare un grande impatto nel potenziale acquirente, imprimendosi nella sua memoria e permettendogli di ritrovare facilmente il prodotto nel momento di futuri acquisti. Il passaggio successivo è “trattenere” l’acquirente in modo che non sposti l’attenzione su un altro prodotto. Per fare tutto questo, l’imballaggio deve poter comunicare in modo chiaro, comprensibile, realistico e trasparente le caratteristiche e i benefici del proprio contenuto.

Queste informazioni vengono fornite da frasi o parole specifiche, conosciute da alcuni anni anche con il termine claim, ossia affermazioni che servono a valorizzare il prodotto. La scelta dei claim è tutt’altro che casuale: vengono ricercati con attenzione quelli che esprimono meglio le tematiche note e riconosciute dai consumatori e che rappresentano tendenze dominanti nell’opinione pubblica. Le frasi o parole utilizzate come claim possono definire categorie specifiche, come per esempio salute e benessere della persona, ma anche tematiche etiche, come la sostenibilità ambientale e/o la responsabilità sociale e l’origine di un prodotto.
Nell’imballaggio primario, oltre alla comunicazione verbale è di fondamentale importanza anche la comunicazione visiva. Il graphic design, inteso come selezione di una grafica accattivante, riveste un ruolo fondamentale nella comunicazione con il cliente, perché può trasmettere una risposta emotiva quasi istantanea grazie al coinvolgimento e alla relazione diretta con il consumatore. Il colore in particolare può essere considerato come l’elemento visivo più forte e immediato, la cui scelta richiede di prendere in considerazione diversi fattori come il settore merceologico, il target e il contesto in cui si svolge la vendita. Bisogna poi tenere conto dell’effetto psicologico dei colori, per cui alcune scelte cromatiche e sfumature di colori fanno emergere emozioni differenti tra le persone.
Infine, l’immagine ha un ruolo cruciale nel riuscire a suscitare emozioni o atmosfere nel consumatore, allo stesso tempo presentando il brand e il prodotto con le modalità più corrette. La scelta del materiale di imballaggio, infine, è legata alla considerazione di molti fattori: la protezione e la natura del contenuto, i costi sostenuti e il mercato di riferimento.
La forma e le dimensioni hanno un ruolo centrale in termini di praticità, facilità d’uso ed ergonomia del prodotto: per esempio, bisogna evitare di realizzare un imballaggio primario che complichi l’utilizzo del prodotto o il suo stoccaggio. Nel complesso, la carta vincente da perseguire consiste nel trovare un equilibrio tra praticità e originalità dell’imballo.
In definitiva, il packaging design rappresenta un complesso di attività molto importanti per la presentazione e promozione di un prodotto, per questo non deve assolutamente essere sottovalutato dalle aziende.
Imballaggio secondario e vendita/distribuzione
L’imballaggio secondario – progettato per proteggere le unità di vendita dagli agenti esterni e al contempo facilitare la movimentazione, l’eventuale esposizione su uno scaffale e lo stoccaggio a magazzino dei prodotti – assume un ruolo fondamentale nella distribuzione. È consigliabile utilizzare materiali resistenti ed economici (come il molto diffuso cartone ondulato), mentre la progettazione e il dimensionamento devono essere studiati per ottimizzare lo spazio presente nei vani di carico dei mezzi di trasporto.
Nello stoccaggio a magazzino degli imballi secondari dev’essere prevista – se fattibile – la possibilità di impilaggio a catasta, al fine di migliorare il coefficiente di saturazione degli spazi; in alternativa, se si prevede di stoccare i prodotti su scaffalature, il packaging dev’essere progettato e realizzato con materiali che garantiscano sufficienti margini di robustezza e sicurezza.
Infine, in funzione del modello di business e dei canali di vendita serviti, bisogna valutare se tenere conto o meno della scelta del design esterno dell’imballo secondario.

ha portato alla diffusione di materiali biodegradabili, riciclabili e compostabili
Gli imballaggi terziari: protagonisti della logistica distributiva
Raggruppando e consolidando diversi imballaggi secondari e/o primari con un’attività conosciuta in gergo tecnico come “packing”, l’operatore di magazzino definisce l’unità di carico, ovvero l’imballo con il quale sarà organizzata la spedizione con mezzi di trasporto e lo stoccaggio a magazzino dei prodotti, prima dell’esposizione e successiva vendita.
Data la loro funzione e inserimento nella catena logistica, gli imballaggi terziari hanno i seguenti obiettivi e funzioni:
- garantire la stabilità necessaria per la compattazione dei carichi di merci;
- contribuire allo sfruttamento della capacità di stoccaggio dei magazzini;
- facilitare la movimentazione delle merci sui diversi mezzi di trasporto stradali, ferroviari, marittimi a stiva o all’interno di container e aerei.
L’imballaggio terziario più conosciuto è rappresentato dal pallet, ma si possono utilizzare anche casse in ferro, plastica o legno, scatole, sacchi, carrelli e gabbie. Questi imballaggi sono spesso associati a sistemi di avvolgimento con pellicola termoretraibile o estensibile, di recente anche a speciali carte riciclate, per garantire il consolidamento delle unità e assicurare la stabilità del carico durante il trasporto e le movimentazioni.
Ci sono diversi fattori critici da tenere a mente quando si realizza un imballaggio terziario, tra cui la resistenza e la durabilità dei materiali, la facilità di movimentazione e la compatibilità con le diverse modalità di trasporto. Per fare alcuni esempi, nel trasporto aereo saranno necessari imballaggi più leggeri o di dimensioni e forme diverse, mentre nelle spedizioni marittime si richiede sicuramente una maggiore resistenza e una maggiore protezione rispetto all’umidità e/o ai salti termici.
Un altro aspetto fondamentale è la sicurezza: gli imballaggi terziari devono garantire che i prodotti non subiscano danni durante le diverse fasi della spedizione. Si tratta di un aspetto particolarmente importante nel caso di merci fragili o pericolose o per le spedizioni in cui vengono effettuati diversi trasbordi di merce (per esempio, nel traffico di collettame di spedizioni espresse e nel groupage di partite). Gli imballaggi terziari non sono generalmente progettati e realizzati per essere visti dai consumatori, per questo motivo il loro aspetto e in alcuni casi la loro definizione non è particolarmente curata – come invece consiglierebbe la specifica categoria merceologica e/o la modalità di inoltro della spedizione.
Solitamente sugli imballi terziari vengono riportati il nome del produttore, del destinatario, la tipologia di prodotto contenuto e alcuni dati caratteristici della merce, come la composizione, il peso e le dimensioni.
- riduzione delle dimensioni dell’imballaggio, così da ridurre significativamente i rifiuti e i costi energetici per i trasporti;
- riutilizzo dei materiali da parte di azienda e clienti finali;
- ricerca della riciclabilità al 100%, aspetto fondamentale da perseguire.
Alcuni dei materiali utilizzati nel settore degli imballaggi, come l’alluminio e la carta, sono già compresi tra i materiali circolari, poiché rientrano in filiere del riciclo ben avviate, che permettono di riutilizzare il materiale all’interno del proprio settore di applicazione o per altri usi.
Secondo le stime, nell’Unione Europea la filiera degli imballaggi e della gestione dei rifiuti di imballaggi genera un fatturato di 370 miliardi di euro, ma rappresenta anche una fonte di rifiuti in costante aumento: i rifiuti generati dagli imballaggi sono passati da 66 milioni di tonnellate (nel 2009) a 84 milioni di tonnellate (nel 2021).
Ogni cittadino europeo nel 2021 ha generato quasi 190 kg di rifiuti dagli imballaggi, una cifra purtroppo destinata a raggiungere i 209 kg nel 2030 (secondo le stime dell’UE) se non verranno prese le giuste azioni correttive.
Tra le recenti proposte del Parlamento Europeo, è stato stipulato un accordo politico provvisorio finalizzato a promuovere la riduzione, il riutilizzo e il riciclo degli imballaggi, favorendo le condizioni per lo sviluppo di progetti di economia circolare. Nella proposta di accordo politico sono stati inseriti i requisiti necessari per stabilire un’armonizzazione dell’etichettatura, nell’intento di rendere più chiare e trasparenti le informazioni trasmesse ai consumatori.