Sfruttando le proprietà chimiche di ferro e titanio, GKN Hydrogen ha sviluppato una tecnologia per lo stoccaggio dell’idrogeno allo stato solido che potrebbe rivoluzionare il futuro dell’energia rinnovabile.
Con un solo protone e un unico elettrone, l’idrogeno (“generatore d’acqua” in greco antico) è l’elemento più diffuso nell’universo – oltre il 55% della materia cosmica osservabile – ma non nella crosta terrestre, dove vale solo lo 0,9% in peso. In superficie l’idrogeno è presente in larghissima parte nelle molecole d’acqua e, con quantità modeste, in numerosi composti chimici, fra cui gli idruri. Proprio questi ultimi, in particolare quelli formati con ferro e titanio, sono alla base di un innovativo sistema di stoccaggio chimico dell’idrogeno, sviluppato e prodotto da GKN Hydrogen.
La società con sede a Pfalzen (Bolzano) utilizza infatti le polveri di una speciale lega Fe-Ti, in grado di adsorbire/desorbire gli atomi di idrogeno senza modificare il proprio stato solido e con un’estrema stabilità a temperatura e pressione ambientali.
Chimica, elettricità, calore
In pratica, nei confronti dell’idrogeno le polveri di idruro metallico si comportano come una spugna con l’acqua, permettendo lo stoccaggio reversibile di grandi quantità di gas dentro contenitori a tenuta, per lunghi periodi e senza la necessità di comprimerlo.
Il processo di adsorbimento (stoccaggio) e desorbimento (rilascio) avviene in modo rapido, grazie a contenute variazioni di temperatura del gas. Per questi motivi l’accumulo dell’idrogeno con idruri metallici è molto interessante sia dal punto di vista energetico, sia della sicurezza.
In più l’adsorbimento è un processo esotermico, quindi produce calore che può essere riutilizzato, incrementando l’efficienza complessiva del sistema. GKN Hydrogen commercializza diversi modelli di unità “all-in-one”, utilizzati in impianti offgrid operativi in Australia, Germania, Italia, Spagna e Stati Uniti.