Sandro Candura, professionista del settore termoidraulico, ha iniziato a lavorare nel settore fin da ragazzo, seguendo le orme del padre Antonino. Oggi mette a disposizione la propria competenza tecnica per i privati di Milano e Monza.
Problemi con l’acqua calda? Scarichi otturati? I termosifoni o il condizionatore non funzionano? Ci pensa Domus Candura, una realtà specializzata in ambito idraulico, nata a Milano nel 1975, con l’obiettivo, la consapevolezza e la voglia di soddisfare i propri clienti fornendo soluzioni per tutte le esigenze, grazie alla ricerca continua di attrezzature e materiali innovativi.
La ditta si occupa di installazione di impianti idricosanitari e termici, assistenza idraulica, manutenzione di caldaie, scaldabagni e stufe a pellet. Effettua inoltre il montaggio di mobili da bagno, box doccia e accessori per disabili e anziani. Sandro Candura ha raccontato al nostro giornale il suo percorso professionale.
Dove ha sede l’azienda e come è nata?
«Dal 2000 la sede è a Monza, in via Cantalupo 13/C. L’attività stata creata da mio padre Antonino nel 1975, quando era a Milano. Venuto da Palermo da ragazzo, all’età di 15 anni, ha iniziato come apprendista idraulico e successivamente si è messo in proprio. Mio padre ha sempre avuto molta curiosità in tutti i campi, quindi, per un lungo periodo, ha fatto esperienza in diversi settori, anche non idraulici. D’altronde, all’inizio il lavoro era poco e faceva un po’ di tutto. Successivamente si è specializzato esclusivamente nel campo termoidraulico e nel 1990 ha preso il patentino da fuochista, iniziando anche a operare nel settore caldaie».
Come è iniziata la sua carriera professionale?
«Dal 2005 faccio parte seriamente anch’io, Sandro, di questa ditta. Considerandomi “figlio d’arte”, mio padre ha fatto di tutto per portarmi con lui. Anche quand’ero molto piccolo! Invece di passare le estati in cortile con gli amici, ero nel furgone di mio padre. È stata un’infanzia un po’ diversa dagli altri e credo che questo mi abbia dato l’opportunità, già in età giovanile, di avere un bagaglio di esperienza incredibile!
L’attività è andata molto bene fino al 2006, anno in cui il lavoro è cominciato inesorabilmente a crollare fino al 2010. In quell’anno eravamo arrivati al punto di decidere se chiudere o no! Così, in quel momento, ho capito che sbagliavamo approccio. Il lavoro c’era… ma non ci trovava! Mi sono buttato a capofitto nel web, tra siti, pubblicità online, motori di ricerca, etc.».
Di quali lavori vi occupate? In quali ambiti?
«Ci occupiamo di lavori termoidraulici, riparazioni idrauliche, impianti gas e idrici, installazione e riparazione di scaldabagni e caldaie, manutenzioni e prova di combustione delle caldaie. Questo è un settore che per noi sta andando molto forte, con più di 600 interventi all’anno. In più, ovviamente, la loro riparazione e sostituzione. Da alcuni anni lavoriamo anche nel campo delle stufe a pellet, un settore in forte crescita, con pochi centri assistenza qui a Monza e nell’hinterland. Ho preso il patentino per le fonti rinnovabili (obbligatorio per chi opera nel settore pellet) e da quest’anno siamo anche centro assistenza autorizzato Edilkamin».
Come si svolge il vostro lavoro abitualmente?
«Il nostro lavoro si svolge su appuntamento, a fasce orarie e in base alle zone. Tra novembre e aprile abbiamo il picco di lavoro relativo alle caldaie e alle stufe a pellet. Per queste ultime, da aprile in poi, appena si spengono i riscaldamenti, cessano le chiamate e continuiamo con i classici interventi idraulici, le caldaie e gli scaldabagni».
Qual è un lavoro di cui siete particolarmente orgogliosi?
«Quello che ci rende fieri e che ci fa continuare a lavorare, nonostante le magagne e le grane del nostro mestiere è riuscire a “risolvere i problemi”. Quando hai trovato il bandolo della matassa, hai individuato il punto di partenza giusto per risolvere un determinato problema e tutto torna a funzionare come prima, il cliente è contento e – soprattutto – poi ti paga!».
In che modo vi informate e aggiornate a livello professionale?
«L’aggiornamento non finisce mai e l’esperienza non è mai abbastanza, soprattutto ora che le tecnologie viaggiano a 100 all’ora: c’è il rischio di rimanere sempre indietro, così cerchiamo di concentrarci su alcuni settori, seguendo corsi di formazione obbligatori e non. Ma rimane sempre il discorso dell’esperienza sul campo, perché puoi avere la migliore istruzione possibile, ma quando sei davanti al problema con il fiato del cliente sul collo, l’esperienza è tutto!».