“Ho in appalto la conduzione di un impianto di climatizzazione degli uffici – scrive un nostro abbonato della provincia di Milano – di una società che nel prossimo agosto chiuderà per ferie. Sono a chiedervi alcuni suggerimenti circa la migliore strategia da adottare per la gestione dell’impianto durante quel periodo”.
Se la società chiuderà del tutto i propri uffici per ferie la soluzione apparentemente più allettante potrebbe essere quella di porre a riposo l’impianto e dimenticarsene fino alla successiva riapertura. Purtroppo, non sempre questa soluzione è la migliore, specialmente quando come in questo caso la chiusura pare si potrebbe protrarre per tre o quattro settimane. In effetti, se l’arresto si protraesse per più di due settimane, le apparecchiature HVAC più importanti (refrigeratori, pompe, torri di raffreddamento, etc.) andrebbero “messe a riposo” seguendo procedure precise, abbastanza lunghe e costose per poi essere riattivate con procedure di analoga complessità e costo. Inoltre, lasciando l’impianto in arresto per lungo tempo, le strutture dell’edificio finirebbero per scaldarsi accumulando una notevole quantità di calore che dovrebbe essere smaltita facendo funzionare l’impianto a “tutto vapore” per qualche giorno prima della ripresa del lavoro.
Quali strategie adottare
A nostro avviso sarebbe più conveniente optare per una strategia di gestione ridotta dell’impianto, come quella qui di seguito descritta, che, tutto sommato, potrebbe rivelarsi più conveniente sia dal punto di vista dei costi di manodopera che da quelli del consumo di energia:
- limitare il funzionamento a 3 o 4 ore al giorno massimo in modo da neutralizzare il surriscaldamento delle strutture;
- chiudere tutte le prese d’aria esterna, comprese quelle delle unità terminali locali in modo da non sprecare inutilmente energia;
- alzare i set point della temperatura dell’acqua fredda che esce dai refrigeratori ad un punto tale (diciamo sui 14 – 16 °C circa) da evitare che le batterie del sistema di climatizzazione possano avere sull’aria trattata un effetto deumidificante che non sarebbe di alcuna utilità . L’innalzamento del setpoint dell’acqua refrigerata, oltre ad evitare inutili sprechi di energia, consentirebbe anche di ottenere un ulteriore risparmio di energia migliorando il COP del macchinario frigorifero in quanto l’evaporazione del refrigerante avverrebbe ad una temperatura maggiore.
Fare coincidere il periodo di funzionamento dell’impianto con le ore immediatamente precedenti l’alba in quanto, essendo le più fresche, consentono un miglior raffreddamento dei condensatori dei macchinari frigoriferi e quindi un’ulteriore miglioria del COP.
Si noti che facendo funzionare l’impianto seppur “a forza minima” si gode dell’ulteriore vantaggio di evitare di avere sorprese al momento del riavvio, in quanto tutti gli inconvenienti di maggior entità ai quali esso potrebbe andare incontro verrebbero individuati ed eliminati con calma durante le ferie.
In caso di uffici “parzialmente” occupati
Diverso sarebbe il discorso se gli uffici climatizzati fossero solo parzialmente occupati durante il periodo feriale in quanto, essendo comunque necessario garantire agli occupanti condizioni di comfort per tutto il giorno, l’impianto dovrebbe funzionare comunque come nei normali periodi di lavoro. In questi casi il problema avrebbe dovuto essere risolto a monte, vale a dire prevedendo in fase di progettazione e di realizzazione dell’impianto:
- un opportuno sistema di sezionamento della distribuzione dei fluidi termovettori.
- ventilatori e pompe a velocità variabile pilotati dalla rispettiva pressione di mandata (durante il normale esercizio essi funzionerebbero a velocità costante, mentre quando l’impianto viene sezionato durante il periodo feriale essi funzionerebbero a velocità ridotta pompando solo le portate strettamente necessarie alle parti dell’impianto che rimangono in funzione);
- la suddivisione della potenzialità frigorifera su più refrigeratori in modo da disattivarne del tutto uno durante il periodo feriale;
- sistemi di raffreddamento dedicati, ridondanti ed indipendenti per le utenze critiche, come centri meccanografici, etc. che devono funzionare a tutta forza per tutto l’anno.
In tutti i casi è bene porre l’impianto in marcia “a piena forza” almeno un giorno prima della riapertura prevista in modo da avere il tempo di eseguire le manovre di ripristino e le ritarature che potrebbero risultare necessarie nonché di risolvere tutti i problemi minori che si fossero accumulati durante la gestione feriale.
Guido Cariati